Ad Alessandria il 25 Novembre l’evento “La resistenza è un muro a colori ed è donna”
La violenza contro le donne e le ragazze è una delle violazioni dei diritti umani più gravi, sistematiche e diffuse a livello mondiale. Le statistiche dell’UNIFEM sono terribili: in Italia e nel mondo 1 donna su 3 subisce forme di violenza fisica, sessuale o psichica. Per il solo fatto di essere donna. E solo il 10% denuncia.
Non esiste un profilo di donna maltrattata e non è vero che si tratti quasi sempre di donne straniere, di ceto economico o culturale basso, di persone dipendenti affettivamente o da qualche sostanza o che hanno poca autostima. Tutte le donne possono essere vittime di violenza perché la causa non sono loro stesse, ma i loro aggressori.
Quando poi la violenza si traduce, in alcuni paesi, in discriminazione sistematica e istituzionalizzata con la sottomissione delle donne a cui viene vietata libertà di movimento, di espressione, il diritto a praticare la cultura e l’arte, l’accesso alla giustizia, etc. dobbiamo parlare di apartheid di genere, dove tutti i diritti umani fondamentali sono legalmente vietati e, praticamente, essere una donna diventa un crimine.
Così diversi Enti del Terzo Settore locale hanno deciso di accogliere l’appello “per unirsi alle richieste delle coraggiose pioniere delle organizzazioni femminili e femministe dell’Afghanistan, dell’Iran e di altri stati, che guidano la campagna affinché l’apartheid di genere sia riconosciuto nel diritto internazionale dall’ONU” e insieme al CSVAA e con il patrocinio del Comune di Alessandria, hanno organizzato per lunedì 25 novembre presso Cultura e Sviluppo piazza De Andrè, l’evento “La resistenza è un muro a colori ed è donna”, con un programma di attività per le scuole al mattino e per la cittadinanza al pomeriggio.
Sensibilizzare anche attraverso il film di Siddik Barmak “Osama” e la mostra di Shamsia Hassani street artist afghana, studenti, donne e cittadini “sull’urgenza di alzare la voce affinché sia affermata la volontà di estendere la protezione giuridica a donne, ragazze e bambine di ogni parte del mondo”.
Di seguito il programma dell’evento del 25 Novembre
Al mattino, ore 9:30, per le scuole e al pomeriggio, ore 18, per la cittadinanza:
- Saluto Amministrazione Comunale di Alessandria – Assessore Vittoria Oneto
- Saluto Rete Ets – Rosanna Viotti di Assefa Alessandria
- Il 25 novembre, la violenza sulle donne e i centri antiviolenza – Sarah Sclauzero – APS me.Dea
- “Un film e una mostra per raccontare il silenzio delle donne” – Fulvia Maldini – APS Colibrì
- “La violenza istituzionalizzata: l’apartheid di genere” – Imane mediatrice culturale legge l’appello agli Stati per introdurre l’apartheid di genere come crimine contro l’umanità all’ONU
Proiezione film Osama di Siddik Barmak
Mostra fotografica – Shamsia Hassani – Street Art Afghana – spazio espositivo di Cultura e Sviluppo
Flashmob a cura di me.dea
IL FILM E LA MOSTRA
Film “Osama”: Per salvare la sua famiglia una ragazza diventa un ragazzo
Kabul, poco tempo fa. La legge talebana vieta alle donne di lavorare e persino di uscire da casa, se non accompagnate da un uomo. Ma gli uomini non ci sono più. Per questo, una madre e una nonna decidono insieme di travestire la figlia dodicenne da maschio. Un’opera coraggiosa, di denuncia di tutti i soprusi (soprattutto nei confronti dei più deboli, donne e bambini); una attenta, sensibile, riflessione su ciò che sta accadendo intorno a noi e che, purtroppo, anche se in forme diverse, non accenna a finire.
Mostradi Shamsia Hassani, la prima street artist afghana, che racconta il dolore delle donne afghane
Shamsia è nata nel 1988 in Iran, da genitori di origini del Kandahar, racconta il dramma dell’Afghanistan, in particolare l’oppressione delle donne, attaccando frontalmente i talebani. Rischiando la vita. Ogni giorno. Ogni volta che esce per fare un graffito. Rischia di essere lapidata, violentata, stuprata, malmenata e uccisa. Le sue donne, le donne dipinte da Shamsia, sono rappresentate come leggiadre silhouette, immerse nei loro pensieri, con gli occhi bassi, chiusi, senza labbra, senza bocca. Sono donne eleganti e gentili circondate da macerie e dal terrore, espressione di un mondo senza voce. Le donne di Shamsia non sono mute, sono silenti. Non parlano ma rappresentano un sogno senza voce, tra la distruzione e la sofferenza.
Shamsia Hassani è una rivoluzionaria silente che cambia il mondo giorno dopo giorno, rappresenta con le sue opere il desiderio di lottare per l’uguaglianza, per la sorellanza, per la libertà, per la dignità e il rispetto. Il desiderio di lottare per sentirsi donna senza nessuna contrizione, restrizione, prevaricazione e limitazione. Il desiderio di cambiare le cose attraverso una rivoluzione creativa. Una rivoluzione che si serva dell’arte per parlare al popolo, perché, dice Shamsia, “l’arte è sempre stata questo: comunicazione e rivoluzione”. A volere questa rivoluzione è una donna, è Shamsia che è tutte le donne afghane. Shamsia significa “Sole”.
Tra le associazioni ed enti aderenti: ANPI Provinciale, Aps Cambalache, Aps Colibrì, Aps me.Dea contro la violenza, APS Sine Limes, Assefa Alessandria, Associazione Don Angelo Campora, Associazione l’Abbraccio, Associazione Verso il Kurdistan, Azimut Cooperativa soc., CGIL, CISL, Comunità San Benedetto al Porto Casa di Quartiere, Coompany&, Cultura e Sviluppo, DLF Alessandria – Asti, Enaip Piemonte ets/csf di Alessandria, gli Stregatti, Human Art, La Ruota coop, Lab 121, MOVIMENTe, RadioGold, SAOMS di Capriata d’Orba, Cooperativa Semi di Senape, UIL.