“L’Ascensione” di Francesco Crivelli ritorna ad Alessandria dopo 200 anni
La mostra-dossier, curata da Olga Piccolo, Lorenzo Mascheretti e Roberto Livraghi, è il risultato di ricerche archivistiche e documentarie e indagini storico-artistiche che hanno permesso di ricostruire ex novo le vicende di commissione e dispersione del dipinto, realizzato attorno al 1576-1577 dal pittore di formazione lombardo-veneta Francesco Crivelli (1520-1580 ca.).
Figlio di orafi e amico di intellettuali del calibro di Pietro Aretino e Ludovico Dolce, Crivelli era lodato dalle fonti cinquecentesche come abilissimo nel fare i ritratti, se ne era tuttavia persa quasi ogni traccia sino al recente ritrovamento dell’Ascensione. Commissionata nel 1576 per celebrare, secondo l’uso del tempo – attraverso una scena di Ascensione – la gloria della famiglia (i cui componenti sono ritratti dal pittore), l’opera fu spostata nel corso dei secoli e lasciò definitivamente Alessandria intorno al 1812, senza più farvi ritorno fino ad oggi.
L’esposizione si configura come dono temporaneo alla cittadinanza e si incentra idealmente sul ritorno dell’opera di Crivelli nella Città per la quale fu pensata e in particolare nel palazzo della famiglia dei committenti, sito proprio di fronte all’antica chiesa domenicana di San Marco.
Il suggestivo allestimento dell’architetto Adolfo Carozzi all’interno del ‘Salone dei passi perduti’ o ‘Salone degli specchi’, al piano nobile del Palazzo Cuttica di Cassine, racconta la straordinaria storia dell’opera attraverso approfondimenti, supporti audio-video e pannelli testuali esplicativi, riguardanti il pittore, la sua biografia e la sua produzione; la famiglia committente e la sua storia; la provenienza dal contesto perduto dei Domenicani di San Marco; le vicende di dispersione e il fortunato recente ritrovamento.